Correre e Cadere

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“Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio” Mathieu Kassovitz

In realtà il difficile è rialzarsi. Vietare a un bambino di correre è impossibile, evitare che cada anche. La vera sfida sta nel capire come fare ad aiutarlo a rimettersi in piedi. Chi di noi sarebbe in grado di non dargli subito la mano senza sentirsi un pessimo genitore? Gli studi sulle neuroscienze, le aree di prossimità suggerite già dal pedagogista sovietico Lev Semënovič Vygotskij ci suggeriscono di aiutare i cuccioli nel loro processo di apprendimento ma anche di non farlo laddove ci rendiamo conto che possono fare da soli. Il risultato sarebbe altrimenti insicurezza, dipendenza e rallentamento del processo evolutivo.

Tante interessanti teorie ma quando tuo figlio va giù vuoi solo correre da lui. A quel punto un suo “papà non correre che cadi e ti spacchi la testa, che c’hai pure trent’anni più di me” sarebbe il più lampante esempio di un bambino che ha imparato dagli innocenti modi di dire degli adulti.

Però magari lui, fortunatamente, la testa non se l’è spaccata quindi ha già ben cominciato a mettere in dubbio una di quelle tante affermazioni che, con l’intendo di prevenire/proteggere, in realtà, costruiscono paure e frenano il libero sviluppo psico-motorio di molti bimbi.

Tuo figlio quindi è caduto. Ti guarda zitto con gli occhi sgranati. Tu lo guardi. Aspetta un cenno che lo aiuti a leggere la situazione improvvisa.

Tu rispondi:
A- Sminuendo l’accaduto
B- Precipitandoti ad aiutarlo
C- Incoraggiandolo a rialzarsi

Per quanto la risposta, inevitabilmente, dipenda dalla natura del momento ma soprattutto da quella della caduta e delle sue reali conseguenze, prenderei ora il caso più diffuso di uno dei tanti comuni ruzzoloni con piccola sbucciatura. Lascerei così ad ognuno scegliere quale di queste possibilità sia la più utile per favorire l’autostima di un cucciolo, facendolo sentire capito, sostenuto da un genitore che crede in lui. Quale quella che gli sarà più utile nelle sue mille avventure di scoperta del mondo attraverso il movimento.

A volte il modo migliore di aiutare qualcuno senza creare dipendenza è così riuscire a non intervenire e comunicare la propria vicinanza con un sostegno fatto di fiducia. Però attenzione a non confondere questa affermazione con un invito alla superficialità nel ricoprire il ruolo genitoriale, nel supervisionare le attività dei cuccioli o magari, nell’abbandonarli nel momento del bisogno. Cercare di capire sempre se il bisogno è il nostro o il loro è però ciò che fa la differenza.

Correre, come tante attività motorie, è una forma di conoscenza dello spazio e di relazione con gli altri, è un’arte necessaria da incoraggiare accettando che le cadute sono parte inevitabile e necessaria di un’esperienza da accompagnare con cura. Rappresenta, però, anche un pericolo reale se l’ambiente circostante non è sicuro. Non superflui campanelli di allarme (espressione più delle nostre paure genitoriali che di reali situazioni di pericolo) ma utili suggerimenti, occhi aperti e capacità di intervento rapido in caso di necessità. E’ importante che i bimbi sappiamo fermarsi quando un genitore avvista un pericolo improvviso, anzi la capacità di rispettare uno “stop!” è un requisito necessario per farli diventare degli abilissimi corridori urbani. In natura sarebbe tutto più semplice, ma questa è un’altra storia e, forse, per aiutare i bimbi a correre in sicurezza si potrebbe iniziare lasciando la propria auto a casa e invitare il vicino a fare lostesso. Ne parleremo nei prossimi articoli.

Intanto, per concludere, un suggerimento a tutti coloro che avessero scelto la lettera C: dopo che il bimbo si è rialzato da solo grazie al vostro incoraggiamento è il momento migliore per abbracciarlo e dirgli “Ce l’hai fatta! Sono con te per aiutarti a ripartire!”

E se invece hai scelto subito la B, magari la prossima volta ti potrebbe capitare di pensare a questo articolo e, osservando bene il momento, di provare a valutare la caduta come un’incredibile occasione di crescita per entrambi.

Se avessi scelto la A, ti direi di fermarti ad osservare una goccia di rugiada per scoprire che a volte può contenere un arcobaleno. Un modo diverso di dire che in ogni piccola cosa ci può essere un mondo. Osservalo bene da tutti i punti di vista. 

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