Iniziamo subito con una provocazione che in realtà è…ma andiamo piano ed iniziamo dal principio.
Dopo vent’anni di insegnamento come maestro di ginnastica e circo, tra i corsi dei piccolissimi fino alla guida delle squadre nazionali della Federazione Ginnastica d’Italia, non so ancora rispondere a quei genitori che mi chiedono un consiglio sullo sport migliore per il proprio figlio. O meglio sì, ma non come vorrebbero. Vediamo perché.
Sappiamo che ogni bambino è diverso quindi, in primis, non si può dare una risposta generica. Eppure un minimo comun denominatore esiste: dai 3 ai 6/7 anni un corpo deve essere incoraggiato alla scoperta degli schemi motori di base. Quindi se vostro figlio è in questa fascia di età la risposta sarà certa: “Nessuno!”. O forse potrei dire “Tutti”.
Le palestra pullulano di attività specialistiche proposte sin da piccolissimi ma ridurre l’apprendimento a schemi motori chiusi, spazi conformi e tecniche prestabilite, serve solo a soddisfare l’immaginario del bambino prodigio che cresce nella testa di alcuni adulti.
Eppure esistono tante Associazioni che ancora danno spazio alla cosiddetta “attività motoria di base” o come la si voglia chiamare. Spazi, in continua ridefinizione, con proposte sempre diverse che tengono insieme l’area di apprendimento motorio a 360° con la socialità, la scoperta dello spazio fisico, sociale ed emozionale. Attraverso il gioco e le sue regole. La loro promessa di non trasformare i bambini nei campioni di domani ma quella di offrirgli un sano percorso di crescita risulta oggi un atto di resistenza ad una certa inclinazione competitiva precoce e illusoria.
Sì perché imparare un gesto tecnico perfetto a tre anni non trasformerà quel bambino nel campione del futuro. Anzi, il rispetto delle tappe dello sviluppo psico-motorio rappresenta il primo segreto di un’attività agonistica sana e brillante. Non scordiamoci, tra l’altro, che prima di essere atleti si è persone ed è proprio la ricchezza umana ed emozionale che crea basi solide per affrontare le grandi sfide del futuro, nella vita e nello sport.
Capacità di ascolto, fantasia motoria, rispetto delle regole spaziali o, per entrare più nel tecnico, capacità coordinative e di differenziazione così come tantissime altre abilità dovranno essere la priorità dei primi passi nel mondo delle palestre. Ma anche delle piscine, dove l’imparare a nuotare può tranquillamente andare di pari passi con un’attività fuori dall’acqua. Anzi, l’integrazione dell’attività in acqua, al chiuso e all’aperto rappresenterebbe un percorso di vera eccellenza.
E poi? Poi se si avrà una preparazione motoria ampia si potrà iniziare a fare qualsiasi sport che si sceglierà osservando il bambino o la bambina, nelle sue passioni, attitudini e necessità. Anche per questo esistono le consulenze di Genitorial. Dopo un buon percorso motorio fatto da piccoli ci si accorgerà comunque di come quello che, per qualcuno, può essere sembrata una perdita di tempo, faciliterà e velocizzerà l’apprendimento di qualsiasi tecnica specifica.
Di esempi se ne potrebbero fare tantissimi ma, per ricollegarsi alle sezione “Viaggi” di Genitorial, basterebbe volgere lo sguardo a Cuba, dove siamo stati per realizzare una videoguida che si sta trasformando in una versione cartacea in tutte le librerie. Ecco, un’isola piccola e dalle modestissime risorse economiche, vanta il più ampio medagliere olimpico del centro e sud America, basando il segreto del successo proprio sullo sport di base, gratuito e integrato nella vita di tutti.
Per concludere faccio io qualche domanda a voi. Come andate in palestra/piscina/campo sportivo? E a fare la spesa? A scuola?
Lo sport non è una parentesi, non è un orario, un momento fuori dall’ordinario. Ha senso parlare di sport solo quando si inserisce in una quotidianità di movimento. Questo è il punto essenziale per una vita ecologica intesa come relazione tra le persone e l’ambiente che le ospita. L’abitudine a muoversi è la prima palestra nella quale doversi iscrivere.
Viviamo nell’era nefasta dell’auto ma è ormai ora di tornare a fare qualsiasi spostamento possibile a piedi, in bici, con i mezzi, di ricordare a noi grandi e mostrare ai piccoli le enormi potenzialità del corpo, autonomo e indipendente. Capace di incontrare e di orientarsi nell’universo spaziale ed umano.
Sono contento se questo articolo ha riempito una tua pausa suggerendo un punto di vista che non avevi ancora scoperto. Ora però chiudi questo sito, non restare “connesso”, il modo migliore di pensarci su è “darsi una mossa”.
