Altri-corpi… in movimento!

4–6 minuti

Ieri ho percorso a piedi per i miei giri quotidiani 6,7 km impiegando così 1h15′ del mio tempo. Avrei potuto fare molto prima ma, per una parte di questi spostamenti, mio figlio di 5 anni è stato con me, rallentando inevitabilmente il ritmo delle cose. Secondo il Global Traffic Scorecard la velocità media di un auto in città della mia zona è di 14,5 km/h. Con questo mezzo avrei quindi impiegato circa 30′ ai quali avrei dovuto aggiungere il tempo del parcheggio, la distanza dello spostamento da lì alla mia meta e viceversa. Così per ogni tappa del mio giro. Avevo, in effetti, fatto un itinerario simile la settimana prima, impiegando complessivamente 1h10′. Non ho calcolato il tempo del lavoro che è stato necessario per guadagnare i soldini per la benzina, acquisto e mantenimento della vettura, altrimenti la mia coscienza si sarebbe ribellata. Avevo fatto lo stesso giro in bici tempo fa…e vabbè, non c’è storia, ovviamente è sempre il mezzo più rapido ma, purtroppo, con mio figlio non sarebbe stato il più sicuro. Ma su questo torneremo in seguito. Insomma, tra un giro a piedi e uno in macchina il tempo impiegato per me è stato quasi identico. Ho deciso di soffermarmi allora sulla qualità dello spostamento.

In auto, mio figlio era legato sul sedile posteriore e ci guardavamo dallo specchietto ma per lo più ero concentrato sul traffico. A piedi, mio figlio mi teneva la mano e io riuscivo a dargli l’attenzione da lui richiesta. Elisa Marazzi nel suo articolo “Facciamo Quattro Passi” ci suggeriva proprio come una passeggiata sul marciapiede potesse essere un ottimo momento per entrare in connessione. Devo così dire che lo spostamento a piedi è stato decisamente più appagante per entrambi, anzi per tutti e quattro. Ecco che appaiono sulla scena altri due personaggi di questo articolo, mio figlio di 2 anni e mia moglie. Mi sono reso conto che dopo essere tornato a casa dai miei giri ai piedi, rispetto alla settimana precedente, ero decisamente più rilassato, aperto, energico, disponibile al gioco e alla relazione familiare. E’ stata una bella cena per tutti. Questo non è però un articolo gastronomico quindi mi dovrò soffermare sul tema del movimento e non potrò raccontarvi quanto erano buone le pietanza dopo una così bella sgambata.

Diciamo spesso su questo blog che noi grandi siamo un esempio per i piccoli e quando faccio qualcosa mi pongo ormai la domanda del messaggio che sta arrivando ai bimbi che mi guardano, anche inconsciamente. Devo dire che, senza scomodare temi sociologici ed ecologici di rilevante importanza per il nostro presente/futuro, l’immagine di un genitore che, per andare a prendere il pane, si deve chiudere in una scatola di latta invece di aprire la porta e fare quattro passi, sminuisce inevitabilmente le infinite potenzialità del corpo umano, nonché dell’intelligenza collettiva. Mi sono accorto che, spesso, per adeguarci a una fittizia comodità del motore, rinunciamo allo spostamento urbano a trazione muscolare, così piacevole e alla portata di grandi e piccoli.

A volte, per sopperire alla sedentarietà, ci troviamo a correre su tappeti rotanti di qualche centro sportivo ed iscriviamo i nostri bimbi a un buon corso di ginnastica. Benissimo, ma sono qui a dirvi che lo sport non ha senso come parentesi di una vita immobile, è piuttosto la naturale espansione di una vita in movimento, di un corpo capace di orientarsi all’interno dello spazio quotidiano, umano e relazionale. Solo così si può dare senso e percepire la connessione tra vita e sport. Quest’ultimo non è l’eccezione alla regola ma il tagliando giornaliero al nostro motore mobile di esseri umani curiosi, avventurosi e sociali. Sì perché un giro a piedi ci permette anche di incontrare invece che separare le nostre esistenze da quelle degli altri. Quando devo uscire, ora che sono papà, mi sento ancora più in dovere di fare la scelta più attenta. Doso l’uso della macchina alle occasioni strettamente necessarie ma devo dire che mi rendo conto che con un cambio di mentalità e organizzazione potrei farne a meno sempre. Ci sono intere città dove un mezzo privato non è necessario e qui ritorno alla sicurezza del movimento in ambito urbano. E’ innegabile che i piccoli soffrono tantissimo l’invasione di macchine che tolgono loro spazi di gioco e sicurezza ed è “un miracolo” se non siano ancora riusciti ad organizzare la ribellione per toglierci definitivamente il potere di attaccare con i nostri mostri le loro esistenze spensierate.

Nel video che abbiamo girato a Helsinki e che trovate nella sezione VIAGGI di questo blog, si racconta di una città gentile con 1500km di piste ciclabili e percorsi protetti che permettono ai bambini di andare a scuola a piedi o in bici anche coprendo grandi distanze, sin dalle elementari. Nel sud dell’Europa la città di Valencia sta facendo grandi sforzi in questo senso. Ogni tanto anche qualche città italiana, troppo timidamente e ostacolata soprattutto dalla mentalità di noi adulti conservatori. L’unica cosa che dovremmo conservare è quella poca capacità di movimento rimasta, coltivarla, rinnovarla, per far tornare a girare anche la nostra mente capace di immaginare scenari diversi. Seppur l’elettrico è una briciola meglio del motore a scoppio, non è questo il cambiamento più desiderabile. Cerchiamolo invece nell’impazienza dei bimbi di muoversi, nelle esperienze educative outdoor e in quelle mille possibilità di disegnare nuovi spazi e percorsi urbani. Basta, a volte, cambiare il punto di vista.

A fine maggio c’è una possibilità. Una bella gita a Bologna dove lo storico movimento della Critical Mass inscenerà una quotidiana, normalissima pedalata di gruppo con l’obiettivo però di liberare le strade dalle auto, con La Ciemmona. No, le bici non bloccheranno il traffico, sono e saranno il traffico. E se a fine maggio non potete, una volta al mese in tantissime città del mondo, grazie alla CM, avrete modo di non sentirvi soli nel voler liberare un altro modo di vivere il mondo con gli altri-corpi del movimento.

Appaiono nell’articolo alcune illustrazioni di Amazzone Spa (Senza Più Auto) tratte da “Critical Mass-Idee a trazione umana” edito da Stampa Alternativa

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